L’originalità dell’ovvio.
La contrapposizione tra bene e male è un tema ricorrente nei tatuaggi e, nonostante un’apparente banalità, offre migliaia di possibili interpretazioni.
Solitamente il tema viene affrontato in modo alquanto generico: un angelo e un demone che lottano, l’arcangelo Michele che sconfigge satana, un angelo e un demone che si abbracciano ecc.
In questo caso invece l’idea non era esattamente una questione di lotta tra il bene e il male, piuttosto una rappresentazione del carattere della cliente che, a suo dire, chi non la conosce penserebbe di lei che sia antipatica e irritante, per scoprire il suo lato più dolce dopo che la si conosce più a fondo.
La mia prima proposta si ispirava ad alcuni tatuaggi, ultimamente abbastanza in voga, in cui due diversi soggetti sono divisi e sovrapposti uno all’altro, come se da un’immagine tagliata o strappata in più pezzi ne trapelasse un’altra al di sotto.
Le mostrai alcuni esempi che le piacquero, ma ovviamente avevo anche l’intento di rappresentare la cosa in modo più originale del solito.
M. C. Escher
La mia idea era quella di contrapporre un demone e un viso di donna da cui trasparisse una certa dolcezza cosa che incontrò i suoi gusti. Non restava che trovare un modo per rendere la cosa il più originale possibile e che fluisse nel modo migliore sul corpo.
Mentre riflettevo su come sviluppare l’immagine mi ricordai di un’opera in cui un viso di donna era rappresentato come una sorta di buccia srotolata, come la buccia di un’arancia.
In quel momento la memoria non mi aiutava, non ricordavo chi fosse l’artista, ero convinto fosse un’opera di Dalì o di Magritte, solo dopo un po’ di concentrazione e una veloce occhiata ai miei libri d’arte le sinapsi si collegarono e ricordai che si trattava di un’opera di M.C. Escher.
Mostrai l’opera alla cliente, feci un veloce schizzo per spiegarle come avevo in mente di reinterpretarla e l’accordo fu immediatamente raggiunto.
Grande è meglio
Non restava che prendere le misure e passare al tavolo da disegno.
Ciò che doveva occupare all’incirca un palmo di mano è diventato un tatuaggio che copre tutta la parte esterna della coscia.
La dimensione mi ha permesso di curare meglio i dettagli e invece di avere una sorta di piccolo adesivo, l’opera segue in modo armonico il corpo, senza dimenticare la migliore resistenza che avrà nel tempo.
Sonno e dolore
Ero convinto di poter completare il lavoro in un’unica seduta, anche perché la ragazza aveva deciso di ricorrere alla crema anestetica, ma oltre a non averla applicata correttamente era reduce da una notte insonne. Pessima idea sottoporsi a un’intervento simile senza aver riposato correttamente.
Perciò dovemmo dividere la lavorazione in due sedute.
Sono molto fiero del risultato finale. un’opera decisamente femminile e perfettamente bilanciata nelle forme.
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