Una copertura complessa.
Questo ragazzo giunto dalla Svizzera desiderava coprire un tatuaggio biomeccanico, eseguito 20 anni prima, che dal pettorale scendeva fino a metà braccio.
L’intento era quello di mascherare il vecchio tattoo e proseguire fino al polso con qualcosa di nuovo sempre in tema biomeccanico.
Le coperture non sono il tipo di lavoro che più mi entusiasma ma intervenire su questo tatuaggio biomeccanico, per quanto brutto, sembrava più semplice che cercar di coprire obbrobri nerissimi e contorti e visto che credo di cavarmela abbastanza bene con tatuaggi biomeccanici accettai la sfida.
Sulle coperture estese intervengo sempre a mano libera, tracciando il disegno a pennarello direttamente sul corpo del cliente. Questo è il modo più semplice per valutare e sfruttare i chiaroscuri del vecchio tatuaggio in favore del nuovo disegno ed è all’incirca la stessa tecnica che uso per tutti i biomeccanici, anche quando non si tratta di coperture.
Tentativi e rielaborazioni
Il primo tentativo, partito dal pettorale, includeva un teschio che sfruttava quella specie di viso deformato già presente nel vecchio tattoo, ma quel cranio non lo convinceva, quindi mi chiese se era possibile fare qualcosa di diverso.
Dopo una decina di minuti di consultazione e ricerche decidemmo di tentare un cuore. Il nuovo disegno ci piaceva, io l’avrei fatto più grande e magari più meccanico, ma questo avrebbe probabilmente appesantito eccessivamente la zona.
Al momento la priorità era nascondere il vecchio tattoo e considerando che il cuore è grande circa quanto un pugno era ed è realistico quanto basta.
Perciò, dopo un’ora di sperimentazioni con i pennarelli, decidemmo di cominciare a tracciare e stendere i contrasti di questa prima parte.
Le difficoltà di una copertura
Se la seconda seduta era sembrata impegnativa la terza mise entrambi a dura prova. Dopo aver scelto vari elementi meccanici da inserire nell’opera iniziai a disegnare su di lui e preso da un certo ottimismo mi alternai tra la zona da coprire e la parte bassa del braccio, in 5 ore avevo disegnato l’intero arto.
Il risultato piaceva a entrambi e ovviamente a quel punto non potevamo permetterci di tracciare una sola parte del disegno, pena dover ridisegnare il tutto la volta successiva.
Quindi, stringendo i denti e concedendoci qualche pausa passammo le 4 ore successive a tracciare le linee. Una giornata devastante, cominciata alle 10 di mattina e terminata quasi a mezzanotte.
Entrambi eravamo sfiniti ma soddisfatti. L’impalcatura, per così dire, era fatta e da qui in avanti mi/ci aspettava solo il lavoro di rifinitura.
A mio parere i tatuaggi biomeccanici sono i soggetti più adatti alle coperture, ma una copertura è pur sempre un lavoro molto faticoso.
I limiti sono molti: riuscire a trovare il disegno adatto, sfruttare al meglio ciò che già è presente sulla pelle districandosi, senza confondersi nel marasma di linee che si creano tra il vecchio e il nuovo. Aver portato a termine il disegno di base fu un enorme sollievo.
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Ottimismo in discesa
Nelle sedute successive la colorazione del braccio proseguì regalando ogni volta soddisfazioni inizialmente insperate, anche se il mio ottimismo venne ridicolizzato seduta dopo seduta.
Ogni volta contavo di poter completare molto più del previsto.
Guardare l’immagine sullo schermo del computer spesso fa perdere di vista le reali dimensioni dell’opera e se non bastasse, per coprire al meglio il vecchio tattoo dovetti intervenire più volte su aree che avevo già colorato.
Ma lentamente ci stavamo avvicinando alla fine del tunnel 😀
Nonostante nella parte bassa non dovessi confrontarmi con una copertura, avevo inserito moltissimi particolari che richiesero tempo.
Il vecchio tatuaggio biomeccanico era zeppo di linee e di piccoli dettagli, questo mi obbligò ad elaborare una copertura altrettanto dettagliata e per mantenere coerenza non potei far altro che aggiungere una discreta quantità di particolari anche nel disegno sull’avambraccio.
Elaborazione in tempo reale
Studiare contrasti e luci in tempo reale fu ogni volta impegnativo ma molto appagante. Il risultato finale era sempre oltre le aspettative.
Quando mi fu chiaro che in due o tre sedute il lavoro si sarebbe concluso decisi di appesantire alcune linee e ripassarne altre.
È qualcosa che solitamente lascio alla fine ma in questo caso preferii farlo un po’ prima per evitare che a lavoro finito il nero appena fatto, risultando molto intenso rispetto al resto del lavoro, rischiasse di far risultare i colori quasi slavati.
Ci tenevo che una volta finito il tatuaggio risultasse morbido, completo, con i giusti contrasti, sia per le mie fotografie che per la soddisfazione del cliente che avrebbe potuto guardare il suo braccio con soddisfazione fin da subito e non qualche settimana dopo.
Dopo sedici mesi l’opera fu terminata. Con le dovute proporzioni è in assoluto quella che finora mi ha richiesto più tempo.
Clienti al di sopra della media
Una nota di merito va a questo ragazzo per la sua costanza e per il modo in cui è riuscito ad affrontare le sedute senza un lamento, anzi, spesso e volentieri abbiamo avuto modo di fare lunghe chiacchierate e grasse risate.
È un piacere avere a che fare con chi ha pieno controllo del proprio dolore e devo dire che a parte rarissime eccezioni mi ritengo molto fortunato per l’autocontrollo e soprattutto per le qualità umane dei miei clienti.
Forse, se avessimo passato meno tempo a chiacchierare e fare cabaret 😛 saremmo riusciti a lavorare qualche ora in più in ogni seduta, riducendo un po’ i tempi.
Non era raro che durante gli incontri, dopo un paio d’ore a chiacchierare, guardassimo l’orologio rendendoci conto che forse era il caso di metterci al lavoro.
Ho l’enorme fortuna di avere clienti che sono anche persone intelligenti e simpatiche con cui è piacevole parlare, ridere e scherzare e quest’esperienza umana è anch’essa parte del lavoro che amo.
Mettere la parola fine a questo lavoro un po’ mi dispiace, sia per la sfida che ha rappresentato, per la soddisfazione che ha regalato e perché dopo tanti mesi devo ammettere che le chiacchierate con questo ragazzo mi mancheranno.
Se non fosse per la distanza che ci separa, probabilmente sarebbe una di quelle persone con cui avrei piacere di passare del tempo anche al di fuori del lavoro.
Guarda le immagini del processo di lavorazione qui sotto.