Quest’opera è nata in modo fortuito. Durante la lavorazione di Poseidon il cliente mi chiese di fare una versione più aggressiva e come mio solito postai la bozza su facebook, fu allora che mi arrivò un’email dalla Svizzera, questa ragazza era molto interessata a questo Nettuno perché, a dir suo, pensava da tempo di tatuarsi il dio greco degli oceani e questo era proprio quel che cercava. Fortunatamente per lei, il cliente per cui avevo eseguito la bozza decise di scartare questa opzione e mantenere quella precedente.
A quel punto non restava che prendere le misure e definire in dettaglio l’opera. Al posto del fondo marino con rovine sommerse e serpenti marini, la ragazza chiese una gigantesca piovra che per lei aveva un significato particolare essendo un’immagine che per anni aveva accompagnato momenti importanti della sua vita.
Dopo aver realizzato il disegno a matita e aver avuto l’approvazione della cliente non restava che colorarlo. Non ero ancora certo del colore da applicare alla piovra ma un documentario naturalistico mi venne in aiuto. A quanto pare I polipi, quando attaccano e/o si arrabbiano, si colorano di rosso. Quindi problema risolto 😀
L’opera doveva occupare tutto il braccio ma il giorno della prima seduta la cliente mi chiese di ridurne le dimensioni in modo che il lavoro non si estendesse oltre la metà dell’avambraccio. Reimpostare lo stencil non fu eccessivamente difficoltoso, peccato per Nettuno che in questa dimensione ridotta non poteva avere lo stesso livello di definizione pensato inizialmente. Comunque nulla di grave.
Durante la lavorazione decidemmo di modificare i contorni dell’opera.
Da qualche tempo ero stanco di terminare le maniche con sfumature di colore che finivano nel nulla quindi, poco prima della mia trasferta neozelandese cominciai ad introdurre dei motivi geometrici che terminavano le maniche in modo decisamente più attraente e originale.
Al ritorno dal mio viaggio le proposi di fare la stessa cosa sul suo tatuaggio e accettò entusiasticamente l’idea.
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La lavorazione fu particolarmente lenta. Dopo una partenza abbastanza spedita – tre sedute in tre mesi – a causa degli impegni lavorativi nonché la distanza tra Bergamo e la Svizzera, che implicava un paio d’ore di viaggio ogni volta, le sedute furono riprogrammate a distanza di due mesi l’una dall’altra e non mancò qualche imprevisto. Dopo la quinta seduta, sempre a causa di impegni lavorativi, ci fu una pausa d’arresto di 10 mesi e tra la penultima e l’ultima seduta ci fu un’altra pausa di 7 mesi. Dalla prima all’ultima seduta passarono circa 2 anni e mezzo, motivo per cui alcune parti del tatuaggio risultano più “fresche” di altre.
Fortunatamente questa ragazza è sempre stata in grado di affrontare una media di 4 ore a seduta, a volte anche di più, cosa che non sempre si può dire di altri clienti più “aitanti” 😛
Ricordo solo un paio di volte in cui abbandonò il campo dopo un paio d’ore circa; aveva fissato gli appuntamenti troppo vicini al ciclo, in quel periodo la tolleranza al dolore scende drasticamente; per questo alle ragazze suggerisco sempre di fissare gli appuntamenti lontani dal mestruo.
Quindi la sua resistenza ci ha quindi permesso di non estendere ulteriormente i tempi già molto dilatati.
Sono molto soddisfatto del risultato finale di quest’opera decisamente originale 🙂
Guarda le immagini del processo di lavorazione qui sotto.
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