Tradizione di famiglia.
Dopo aver fatto un piccolo tatuaggio al padre fu la volta del fratello maggiore e infine arrivò il fratello minore. Tutti e tre con una richiesta pressoché identica: un drago e un tempio in stile giapponese.
Il padre chiese un piccolo tatuaggio sull’avambraccio e data la ridotta dimensione suggerii di fare solo la testa e il tempio sullo sfondo.
Quando fu la volta del fratello maggiore si trattava di un drago orientale su tutto il braccio.
Infine arrivò il fratello minore la cui richiesta era: un samurai, un drago e un tempio.
Evidentemente lo stile giapponese, il drago e il tempio fanno hanno un potente fascino per i maschi di questa famiglia.
Chiarimenti preliminari
A chiunque mi chieda un tatuaggio in stile orientale faccio sempre presente che, per quanto apprezzi la storia del tatuaggio giapponese, non mi entusiasma, per quanto sia in grado di imitarlo non è ne sarà mai il mio stile pertanto quello che avranno sarà un’interpretazione personale.
Ovvio che ogni disegno sia un’interpretazione personale dell’artista ma in genere il tatuaggio orientale tende ad essere piatto, a rifarsi a immagini preconfezionate o copiate più e più volte. Io se possibile preferisco disegnare qualcosa di nuovo con il mio stile.
Avendo già visto i miei lavori sui componenti della sua famiglia e di conseguenza già conscio del discorso di cui sopra tutto fu più semplice.
Rielaborare un’idea
Superata la prima fase rimaneva l’elaborazione del disegno. Vista la posizione (il fianco del costato) c’erano a mio parere troppi elementi da inserire ma presi la cosa come una sfida e pensai di poter “schiacciare” tutti gli elementi richiesti in quello spazio stretto, non piccolo, ma stretto.
Purtroppo dopo una mezza giornata a elaborare bozze mi resi conto che tutti quegli elementi non potevano stare insieme in modo armonico. Pensavo di inserire il samurai di profilo, dietro di lui la testa del drago e sullo sfondo il tempio.
Ma considerando la credibilità del drago la testa avrebbe dovuto essere molto più grande di quanto avrei potuto realizzarla.
Un piccolo drago sarebbe risultato ridicolo e l’unico modo per non “tagliare” eccessivamente la testa era spingersi sul ventre cosa a cui il cliente non era disposto.
Pertanto dopo un’ulteriore incontro gli suggerii di focalizzarsi sull’elemento per lui più importante. Sparirono il drago e il tempio e ci concentrammo solo sul samurai.
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Velocità
Il lavoro è stato relativamente veloce, come solitamente sono i miei lavori in bianco e nero.
Durante la prima seduta tracciai tutte le linee e nella seconda stendere le sfumature fu una passeggiata, complice l’ottima resistenza al dolore che sembra accomunare la famiglia.
Oltre all’amore per lo stile giapponese 😀
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