Melvin Tay è un tatuatore da Singapore. Oltre ad essere specializzato nello stile Astratto cinese è anche un caro amico.
Incontrai Melvin per la prima volta in Belgio in occasione di una tattoo convention. Già allora aveva una lista impressionate di guest spot e convention a cui aveva partecipato e la lista non ha mai smesso di allungarsi.
Quando mi ospitò per una guest spot nel suo studio di Singapore aveva appena finito un tour ed era pronto per cominciarne un’altro nel giro di poche settimane.
Quando l’ho incontrato nuovamente, in occasione della Tattoo Expo Bologna 2018, era ancora in tour. Questo ragazzo non si ferma mai, non riesco nemmeno a immaginare a quante convention ha partecipato, perciò volevo saperne un po’ di più dei suoi viaggi e soprattutto avere un punto di vista da qualcuno che viene da una cultura diversa da quella occidentale.
Qui sotto trovi il file audio originale, per chi non sa l’inglese segue la traduzione 😉
La prima domanda che voglio chiedere, visto che arriva da Singapore, è:
qual’è la differenza maggiore che vedi tra la cultura asiatica e quella occidentale del tatuaggio?
Be ovviamente io vengo dall’oriente e quello che facciamo è influenzato dalla cultura orientale.
La differenza maggiore che vedo attualmente tra le culture è legata alle persone, dipende dagli individui se vogliono usare la loro cultura e inserirla nella loro arte, a parte questo penso che le due culture siano abbastanza simili.
Se intendi la cultura individuale, background culturale, religione, linguaggio, penso che siano una parte molto importante di ciò che facciamo [in Oriente].
Vedo occidentali che producono arte orientale molto buona, vedo anche orientali che producono arte occidentale molto buona.
La differenza tra le due culture c’è ma non credo sia poi molta.
Penso che la cultura occidentale del tatuaggio oggi sia più un fatto di moda.
Tutti vogliono un tatuaggio, a volte non per il tatuaggio e a volte nemmeno per il processo del farsi tatuare ma solo perché sono circondati da gente tatuata.
Vedono tatuaggi dovunque, in TV, personaggi dello sport, star, attori, vedono così tanti tatuaggi intorno a se che vogliono sono essere parte di questo senza realmente essere intenzionati di far parte della cultura del tatuaggio.
In Asia è diverso? C’è forse qualcosa di più, diciamo sacro, più significativo, non solo qualcosa per mostrarsi?
Al giorno d’oggi, girando per le convention Europee, vedo che tutti vogliono lavorare con un banner, tutti vogliono lavorare con i venditori di materiali, rappresentare i prodotti, in Asia invece nessuno è interessato a questo. Penso sia questa la differenza tra Occidente e Oriente, e la moda…
Penso ora sia comune, che tutti vogliono lavorare con i prodotti e mettere banners, come quelli dei produttori di inchiostri di cui parlavamo, ma non è una cosa importante in Asia.
E a proposito della gente, pensi che la gente si tatua nello stesso modo come avviene in occidente?
Solo moda, solo per l’esperienza di farsi tatuare o… Avete qualcosa di più sacro legato al tatuaggio?
Magari le persone asiatiche trattano il tatuaggio in modo piò significativo, sacro magari oppure sono esattamente come noi?
Capisco la tua domanda, non so molto dell’occidente ma molti dei miei clienti occidentali, specialmente in Europa, mi lasciano spazio per creare, per fare quel che voglio, ma il più delle volte penso che circa il 70, 80 % di loro non sappiano quello che vogliono, vogliono solo un tatuaggio, perché ce l’hanno i loro amici, i loro fratelli o gente intorno a loro.
In Asia le persone che vogliono tatuarsi hanno sempre una ragione, culturale, in memoria di qualcuno o altro, ovviamente incontro persone così anche in Europa, ma la maggioranza delle persone che incontro alle convention, i miei clienti, non sanno veramente quel che vogliono, vogliono solo un tattoo, che è buono in un certo senso perché il più delle volte parlando con me, gli piace il mio stile e quindi mi lasciano fare quel che voglio.
Questo è buono.
Tu viaggi molto, partecipi a tantissime convention, forse mi sbaglio ma mi sembra che la maggior parte delle convention a cui partecipi siano qui in Europa.
C’è qualcosa in particolare in Europa che ti piace, è solo più conveniente lavorare in Europa o ci sono solamente più convention qui in Europa che altrove?
Penso tu abbia già risposto, più o meno, a tutte le domande.
Se vai su worldtattooevents.com, che permette a tutti gli organizzatori di convention di postare il proprio evento sul sito e che tutti possono andare a darci un occhiata…
Se guardi attentamente, solo in Italia, il paese in cui siamo ora, ci sono 60 convention in un anno, senza contare Germania, Francia, Svizzera e gli altri paesi.
Capisco che l’Europa sia grande, ogni settimana c’è qualche grande convention in corso, ovviamente ci sono anche pessime convention, ma si, ci sono più convention in Europa e quindi più possibilità per noi [tatuatori].
Il motivo per cui mi piace molto venire in Europa ha a che fare con quel che faccio, sono specializzato in orientali cinesi astratti che non molte persone fanno in Europa, tutti fanno tradizionali giapponesi, che nel mondo del tattoo sono in giro da più di 600 anni.
Tutti conoscono i tatuaggi giapponesi, tutti conoscono tutti gli stili e il tatuaggio oggi si sta evolvendo in così tanti stili, perciò penso che per me sia un’opportunità per vendere qualcosa che nessuno fa in Europa, questo è il motivo per cui ho scelto di venire in Europa.
Ricordo la prima volta che ci siamo incontrati in Belgio tu stavi già viaggiando per l’Europa, poi ti ho fatto visita a Singapore e, se ricordo bene, eri appena tornato da un tour di convention ed eri pronto a ripartire per partecipare a molte altre convention, seguendoti sui social ho visto che partecipi a tantissime convention, veramente moltissime ogni anno.
È una sorta di dipendenza? Le convention creano dipendenza?
No, non creano dipendenza, anzi sono stancanti ma ho una visione, degli obbiettivi che non ho ancora raggiunto, decisamente non trofei e tantomeno concorsi.
Non ti piacciono i concorsi?
Hum, mettiamola in questo modo: a tutti piace avere un po’ di gloria sul palco per qualche secondo e prendere il trofeo, siamo onesti.
Ma sono arrivato al punto in cui penso che non debba essere la mia priorità quando vengo alle convention.
Ci sono molti artisti che partecipano alle convention per i concorsi, per i trofei, perché forse funziona per loro, nei loro studi, magari gli porta più clienti, più fama ma quella non è la mia priorità.
C’è qualcosa che voglio raggiungere, l’ho segnato come obbiettivo per me stesso in quattro anni e non importa quanti trofei prendo per arrivare a quell’obbiettivo.
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Ci vuoi dire cosa vuoi raggiungere?
Se non vuoi condividerlo semplicemente non dircelo 😀
Molto presto te lo dirò, nel 2019 o forse nel 2020.
Darò la notizia a tutti quelli che conosco.
Sono felice di dirti che sono molto vicino a quel che voglio fare e presto darò la notizia.
Ok.
Qual’è stata la tua sfida più grande come tatuatore?
Stavo parlando con un carissimo amico ieri, non vedo questo ragazzo solo come amico ma anche come una sorta di mentore, qualcuno che mi sprona, che ammiro?
Gli dicevo di alcuni problemi che ho con la mia arte, penso che quella sia la mia sfida più grande ora e dopo la chiacchierata con lui ieri dopocena, sono arrivato a pensarci su.
Metterei un termine a questo, cos’è la sfida?
Penso che la più grande sfida ora sia arrivare ad avere uno stile unico.
Questo era ed è ancora la tua sfida?
È sempre li, perché quando ho visto questo amico ieri abbiamo parlato di questo.
Durante la nostra cena mi ha dato molte soluzioni, cose da provare e dopo aver ascoltato tutto quel che ha detto credo che non sia che non ho ancora trovato il mio stile, so quel che faccio, penso di avere uno stile, è solo che voglio che il mio stile sia chiaro per la gente da riconoscere, che possano dire “Aha! questo è Melvin”.
Perciò si, penso questa sia ancora la mia sfida ora.
Quando ho incontrato questo ragazzo a Singapore, nel 2015, parlammo molto di arte e ricordo gli parlai di questo, oggi è ancora la mia sfida.
Penso che alla fine sia meglio avere questo tipo di problemi piuttosto che “Oh sono sempre infelice di quel che faccio” Piuttosto di “Oh sono già così soddisfatto di quel che faccio”.
Fa parte dell’essere un artista
Si, a volte mi irrita un po ma quando queste cose mi irritano troppo prendo un pennello e comincio a dipingere.
Da quanto tatui ora?
Questo è il mio quattordicesimo anno
Quindi molte cose sono cambiate da quando sei entrato in questo mondo, quattordici anni è parecchio tempo. Com’è cambiato l’ambiente del tatuaggio in questi quindici anni ai tuoi occhi?
Cos’è il peggio e cos’è il meglio di questo cambiamento dal tuo punto di vista?
Quindici anni fa non era così facile ottenere informazioni, non era così facile entrare nel mondo dei tatuaggi.
Oggi è molto più facile ma il problema è che quindici anni fa la gente che ha faticato per entrare in questo settore sono rimasti e ancora oggi tatuano, ma la gente che entra in questo settore oggi, così facilmente, per loro non sarà facile restare.
Lo fanno per un paio d’anni e poi se ne vanno a fare altro.
Penso che questo sia ma differenza tra quindici anni fa ed oggi.
Oggi ci sono così tanti prodotti e così tante informazioni e non abbiamo neppure molte riviste, tutto è su instagram.
Si penso che le riviste stiano morendo, tutti vanno online oggi, anche se ci sono ancora alcune riviste non vendono come vendevano dieci o quindici anni fa.
Penso siano morte (ride)
Anche le riviste stanno muovendo il loro, chiamiamolo business, sul digitale…
Condividevi questo pensiero con me ieri, che le riviste sono morte…
Beh, sono ancora in giro, sono ancora, diciamo influencer del settore ed apparire sulle riviste è ancora qualcosa di, diciamo prestigioso, però non è così importante quanto probabilmente era dieci o quindici anni fa, perché oggi puoi avere il tuo, chiamiamolo media, per conto tuo, sul tuo sito, sui social media etc.
Quindi non abbiamo realmente bisogno di queste riviste come prima e sono abbastanza certo che le riviste vengono acquistate solo dai tatuatori, non tanto dal pubblico in genere, ma potrei sbagliarmi.
Ricordo che me ne parlavi ieri del fatto che le riviste stanno morendo, una volta gli studi compravano spazi sulle riviste così quando guardavo una rivista sapevo in che studio andare.
Ora credo sia l’era del merchandising, tutti vogliono i prodotti più recenti, la macchinetta più recente, l’inchiostro più recente e si, tu mi dici che il business sta cambiando ma non cambia realmente l’artista che fa la sua arte.
Quindi in tutti questi cambiamenti qual’è il meglio e il peggio dal tuo punto di vista?
Penso che il meglio sia che più siamo meglio è, più gente entra in questo business meglio è.
Perché credo che se continui a versare acqua in un bicchiere l’acqua fluisce, l’acqua sborderà quando arriverà in cima e la gente che resta nella tazza resterà, chi ne traboccherà…
Quindici anni fa quando cominciai ad imparare a tatuare dal mio mentore vidi l’onda, c’è stato un cambiamento d’onda e ora abbiamo gli spettacoli televisivi: Miami Ink, LA Ink, e sai, queste sono altre onde.
Penso che il tatuaggio arriva sempre con delle onde, quando abbiamo ondate che diventano troppo alte ci saranno dei cambiamenti e se chiedi a me, di più è meglio, chiunque voglia entrare in questo settore per condividere un pezzo di torta è benventuo, perché più siamo e più miglioreremo.
Credo ancora che una tazza può contenere solo una determinata quantità d’acqua e quando l’acqua arriva in cima traboccherà ma ci sarà ancora acqua nella tazza e quelle persone saranno le persone che resteranno, quindi stiamo a vedere, stiamo a vedere quando l’acqua arriva in cima quale sarà la prossima onda.
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E cos’è il peggio?
Penso che il peggio riguardi le convention, ho partecipato a molte convention e questo è quel che vedo perché ci sono molti artisti che vengono.
Ci sono persone che non sanno niente dei tatuaggi, che vogliono prendersi un pezzo di torta pure loro, vogliono usare il tatuaggio per fare soldi, perciò cominciano a uscirsene con prodotti o lavorano con qualche venditore, produttori di materiali o magari vogliono fare delle convention dopo aver visitato la London Tattoo convention o il Mondial du Tatouage.
Vedono la gente in quel tipo di eventi e vogliono far soldi, pensano che possono fare delle buone convention come loro, perciò cominciano a fare convention senza avere esperienza, e cominciano a fare convention di merda.
Ci sono così tante persone che entrano in questo settore quindi ovviamente la richiesta c’è, la gente se ne uscirà con nuovi prodotti da vendere a queste persone e penso che le convention siano la stessa cosa.
La gente vuole fare convention e questo è il motivo per cui ci sono così tante convention in Europa, buone ma anche molte pessime e credo che questo non sia buono per il nostro settore.
Cosa suggeriresti a un giovane che vuole cominciare ora?
Segui il tuo cuore, nient’altro.
E se tu potessi tornare indietro nel tempo e dare un consiglio a te stesso a vent’anni, che consiglio daresti al giovane Melvin?
Segui il tuo cuore.
Lo stesso?
Si
E l’hai fatto?
Si, si.
Quindi non ci sarebbe nessun altro consiglio che daresti al giovane te stesso?
Direi a me stesso “Segui il tuo cuore”, penso che seguire il cuore sia una cosa molto importante per fare quel che ti piace.
Anche quando parlavamo ieri a cena mi hai dato parecchi consigli e alla fine ho pensato che solo io posso trovare le mie risposte, quindi seguirò il mio cuore.
Penso che anche tra vent’anni mi direi ancora di seguire il mio cuore.
Penso sia un bellissimo consiglio e credo che dopo questo “Segui il tuo cuore”
Non ci sia nient’altro da aggiungere 🙂
Grazie Melvin per il tuo tempo
Grazie a te Jerry, Grazie.